Turchia: non parteciperà ai dialoghi di pace sulla Siria

davutogluFulmine a ciel sereno nelle trattative che in questi giorni vedranno impegnate tutte le potenze che hanno voce in capitolo nella soluzione della questione siriana. Il governo turco infatti ha appena annunciato, per bocca del Primo Ministro Ahmet Davutoglu, che non parteciperà ai dialoghi di pace che avranno luogo a Ginevra in questi giorni.

Una posizione problematica, quella della Turchia, paese accusato dai più di foraggiare l’ISIS in chiave anti-Assad (e anti-curdi, vociferano le malelingue), che non partecipando ai tavoli di pace rischierà di trovarsi isolata in una situazione che potrebbe vedere, per una volta, tutte le potenze dell’area d’accordo.

La partita siriana

Sulla Siria si gioca una partita di fondamentale importanza per la Turchia, dato che il paese è confinante e dato anche il fatto che oltre 2 milioni di profughi sono attualmente ospitati sul suolo turco. La Turchia nelle ultime settimane era riuscita ad assumere una posizione di forza relativa, dato che aveva stretto accordi con l’UE per il blocco dell’arrivo degli immigrati dalla Siria, ma che potrebbe gettare tutto alle ortiche proprio non presentandosi a Ginevra.

“Il problema sono i curdi”

Torna viva la questione tra turchi e curdi, dato che a far saltare le trattative sarebbe proprio la presenza, al tavolo di pace, delle forze paramilitari curde che combattono nella regione siriana. Forze che sarebbero collegate, almeno secondo il governo di Ankara, al PKK, la nota organizzazione terroristica che da anni è in guerra con le forze militari turche.

Una soluzione senza i curdi però sembrerebbe non percorribile, soprattutto per le forze occidentali, anche se per la Turchia e per la sua politica interna rimane comunque il problema di potersi trovare, come avvenuto in Iraq, con governi federali che potrebbero offrire supporto logistico ai terroristi del PKK, come avvenuto negli ultimi 2 anni.

Situazione complicata

La situazione per la Turchia (e di conseguenza per la pace in Siria) si fa piuttosto complicata e potrebbe spaccare anche il fronte NATO. Staremo a vedere se Davutoglu tornerà sui suoi passi e se deciderà comunque di mandare una delegazione a Ginevra.

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