Elezioni Turchia: stravince Erdogan, Davutoglu Primo Ministro

elezioni turchiaRisultato che ha lasciato un po’ tutti a bocca aperta, soprattutto i profeti di sventura che volevano il partito di Erdogan, l’AKP, affondare sotto i colpi degli scandali e dei rapporti, ormai irrimediabilmente rovinati, con i paesi limitrofi.

E invece no, l’AKP risorge e porta a casa circa un voto su due di quelli validi, qualcosa di incredibile se paragonato alla democrazie occidentali e risultato che, al netto dei brogli, riconferma l’enorme popolarità del presidente Erdogan e in generale dei suoi uomini.

Non si è votato in un clima tranquillo: i recenti attentati e la situazione sempre meno stabile nell’est del paese hanno portato una Turchia scossa, sfinita alle urne e a vincere è stata, di nuovo, la voglia di stabilità offerta da quello che magari non sarà un Sultano, come molti hanno affermato, ma che comunque da ormai 14 anni è il padre padrone della Turchia: Recep Tayyip Erdogan.

Cosa succede adesso?

L’AKP ha i numeri per nominare un governo senza chiedere il permesso a nessuno e in pochissimi giorni la Turchia proseguirà il suo cammino sotto la guida di Ahmet Davutoglu, Premier ritenuto vicinissimo al Presidente della Repubblica. L’ottimo risultato alle urne permetterà all’AKP di continuare a governare senza compromessi, anche se per la riforma costituzionale, dovrà per forza scendere a compromessi con le altre forze.

L’opposizione esce ridimensionata

Fatta eccezione per il CHP, il partito kemalista che ha rosicchiato un paio di punti percentuali, la sconfitta per le opposizioni è netta. Pessimo risultato per il nazionalista MHP, che raccoglie un misero 11% e lo stesso si può dire per l’HDP, partito di sinistra e filo-curdo, che raccoglie poco più di quanto serve per superare lo sbarramento (altissimo in Turchia, il 10%).

Chi sognava una Turchia senza Erdogan, ne è uscito fortemente ridimensionato.

Altri 4 anni di AKP

La maggioranza è larga a sufficienza per ritenere l’AKP sicuro e saldo sulle sue posizioni: il mandato sarà portato quasi sicuramente a termine, a meno di clamorosi stravolgimenti. Le sfide da affrontare sono però diverse: la situazione con i paesi limitrofi non è delle migliori e anche nel paese si respira un’aria davvero pesante.

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