La Turchia ha occupato le cronache di politica internazionale degli ultimi mesi, anche in Italia, paese che tendenzialmente non ha interessi particolari nel seguire le vicende mediorientali.
Le recenti elezioni, che hanno sancito il passaggio al regime presidenzialista, hanno lasciato più di qualche dubbio nelle menti degli osservatori internazionali, che hanno, all’unanimità, sottolineato una svolta autoritaria, che si concentra nella figura carismatica del presidente Recep Tayyip Erdogan.
Ma la Turchia può essere ancora considerata una democrazia? Oppure dobbiamo considerarla, come fanno in molti tra gli osservatori internazionali, un paese ormai lontano dai nostri standard di partecipazione popolare alla gestione dello stato?
In Turchia sono sicuramente riconosciuti meno diritti
Rispetto alle democrazie europee, dove ormai il nucleo di diritti di cui sono titolari i cittadini è il più ampio del mondo, ci sono sicuramente meno diritti. La libertà di espressione è ristretta non solo da un codice penale che, ben prima delle recenti elezioni, puniva l’offesa alla Repubblica, alle cariche dello Stato e allo spirito nazionale turco, ma anche da relativamente recenti attacchi a giornalisti, blogger e semplici utenti dei social network.
La situazione si è fatta, soprattutto prima delle elezioni, particolarmente ostica, e ad oggi la Turchia è il paese con il maggior numero di giornalisti incarcerati al mondo.
Si vota, ma…
I sostenitori della democraticità del regime turco continuano a sottolineare il fatto che si continuano ad organizzare elezioni, alle quali possono partecipare tutti i cittadini, per la scelta delle maggiori cariche dello Stato e anche, come nel caso delle elezioni dello scorso 16 Aprile, per la scelta dell’organizzazione statale.
Elezioni però che hanno lasciato, soprattutto nelle considerazioni degli osservatori internazionali, qualche dubbio. Sono stati vidimati dei voti irregolari e tutto lascia pensare, non senza un fondamento di verità, che siano state ostacolate le operazioni di voto nelle regioni dove il partito di governo è meno forte.
La Turchia non è una democrazia in senso europeo
La conclusione è che, almeno in senso europeo, la Turchia non possa essere assolutamente considerata una democrazia piena. Ci sarà molto da fare nei prossimi anni per migliorare una situazione di compressione di diritti che si porta avanti ormai da tanto, forse troppo tempo.
Il tutto, però, dovrà necessariamente coniugarsi con la figura estremamente carismatica di Recep Tayyip Erdogan, padre padrone della Turchia che continua ad avere un seguito davvero incredibile.