Senza nascondersi dietro falsi perbenismi, capiamo benissimo che al vostro arrivo in Turchia potreste cercare di sbancare il lunario cominciando a lavorare per una delle moltissime scuole di italiano private, che, spesso, non offrono alcun tipo di assunzione né tantomeno di messa in regola.
Si tratta di una situazione che purtroppo viene attraversata da moltissimi e che nonostante gli sforzi dell’autorità locale non accenna in alcun modo a rallentare e vede coinvolti principalmente, almeno per le categorie di “lavoratori istruiti”, gli insegnanti di lingue.
Lavorare in Turchia senza visto di lavoro è un problema? E se sì, quanto e cosa si rischia? C’è bisogno di preoccuparsi? Vediamolo insieme.
Sì, è necessario il visto anche per insegnare qualche ora
Sì, è assolutamente necessario il visto anche nel caso in cui non dovessimo che insegnare per qualche ora, e anche nel caso di lezioni private a casa. Si tratta in realtà comunque, soprattutto nel secondo caso, di una questione che sembra interessare davvero poco lo Stato turco.
Diverso il discorso per chi dovrebbe invece svolgere il ruolo di “lettore” all’università: avete capito bene alcune università turche, purtroppo, avevano l’abitudine di non assumere i lettori, cosa che potrebbe esservi ancora proposta, nonostante la stretta del governo su queste particolari problematiche sia stata abbastanza forte.
Cosa si rischia?
Si rischia una multa abbastanza salata (intorno ai 1.500 euro per voi, 10 volte tanto per il datore di lavoro occulto), e anche, a discrezione delle autorità la possibilità di essere espulsi e banditi dal paese per un periodo variabile. Si tratta dunque di multe e penalità piuttosto pesanti, che dovremmo sicuramente tenere in considerazione prima di accettare un lavoro “irregolare”.
Negli ultimi tempi controlli aumentati
Inoltre bisognerebbe cercare di non fidarsi di chi ci dice che comunque i controlli non arriveranno mai e che fondamentalmente non c’è bisogno di farsi assumere. I controlli negli ultimi tempi sono infatti aumentati e anche alcuni connazionali sono finiti in situazioni non esattamente piacevoli, e sotto il profilo economico, e sotto il profilo della rimanenza nel paese che abbiamo scelto, temporaneamente o definitamente, per vivere.