Sono passati più di 2 anni dal tentativo di golpe del 15 luglio 2016, tentativo che ha contribuito da un lato a rinforzare il potere politico di Recep Tayyip Erdogan e dall’altro ad una stretta sui diritti civili di chi la Turchia la vive tutti i giorni.
Da quel giorno infatti, ininterrottamente, la Turchia ha vissuto in uno stato di emergenza governativo e legislativo, che ha ristretto i diritti garantiti costituzionalmente e che oggi arriva ad un termine, anche se, almeno secondo i detrattori del Presidente, questo è avvenuto in quanto lo stato di emergenza non è più necessario, in quanto le restrizioni sono diventate parte del nuovo regime presidenziale.
Cosa cambia per i turisti?
Niente. Vale la pena di ricordare che permangono alcuni obblighi a carico di chi vuole visitare la Turchia, obblighi che permarranno anche dopo la rimozione ufficiale dello stato di emergenza:
- È necessario portare con sé sempre un documento valido, in quanto la polizia ha diritto di identificare chiunque sulle strade; per evitare stati di fermo, è consigliato avere sempre il passaporto dietro o (meglio) la carta di identità;
- È necessario evitare assembramenti di ogni genere e tipo, perché la situazione, sebbene molto tranquilla, potrebbe degenerare con piccoli scontri tra polizia e manifestanti;
- È necessario prestare la massima attenzione ai luoghi pubblici molto affollati.
Per il resto il soggiorno in Turchia rimane uno dei più piacevoli dei quali possiamo godere a ridosso del Mediterraneo, e soprattutto nelle località meno affollate (Bodrum e Antalya rimangono il top in tema di vacanze balneari in Turchia), possiamo andare a goderci una vacanza a prova di disturbo.
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