5 motivi per non trasferirsi ad Istanbul

istanbul sullo strettoComplice la crisi, sono in molti a voler cambiare aria, ed Istanbul è una delle destinazioni più popolari degli ultimi anni.

Fascino mediorientale, vita (volendo) alla occidentale, facilità per gli stranieri di ambientarsi e trovare uno stipendio soddisfacente. Sembra la ricetta perfetta, il non plus ultra per chi vuole cambiare aria.

Sarei un po’ bugiardo se dicessi che non la penso (o pensavo?) allo stesso modo. Mi sono trasferito qui da più di un anno e non tornerei in Italia per niente al mondo.

Perché questa testimonianza un po’ così? Perché col pensare che l’erba del vicino sia sempre più verde, si finisce per ignorare i problemi (tanti) di una sconfinata metropoli che ospita 15 milioni di persone.

I problemi ci sono, e qualche volta mi fanno maledire il giorno in cui ho preso la decisione di trasferirmi qui.

1. Si lavora, spesso, molto lontano da casa

Io ho fatto il conto. Lo scorso anno, da Settembre 2012 a Settembre 2013, ho percorso 13.000 chilometri in auto, metrobus, metro, vaporetto, catamarano e tram. Non è forse un caso comune, ma non è neanche uno dei peggiori. C’è gente che si fa traquillamente 50 chilometri ad andare e 50 a tornare, ogni giorno, 250 giorni l’anno.

Sono cose, almeno per gli italiani che vivono in provincia, fuori dal mondo. Spenderai parecchio tempo sui mezzi pubblici (in verità ottimi, soprattutto se paragonati ai nostri).

2. La vita non è poi così economica

Istanbul è in pieno boom economico, e parecchi soldi finiscono nelle tasche dei padroni del mattone. Gli affitti sono saliti vertiginosamente soprattutto negli ultimi mesi. Quando ho chiesto al mio agente immobiliare di fiducia di trovarmi una nuova casa, dato che quella attuale è molto lontana dal mio lavoro, mi ha candidamente chiesto se fossi diventato pazzo.

In molte zone lo scarto con gli affitti dell’anno precedente è anche del 20%.

3. L’Italia costa

Ma come, non eravamo in Turchia? Si, ma ogni tanto si sente la mancanza di casa. Cerchi di tenerla a freno, con un economicissimo etto di salame a 40€ (si, euro) al chilo, o con una orrida bottiglia di vino di importazione che paghi 10 volte quello che costa in Italia.

Vale lo stesso per i vestiti. Se qualcosa profuma anche lontanamente di Italia, ti devi impegnare un rene.

4. Fumano come i turchi

Nonostante la stretta degli ultimi anni, i turchi fumano ovunque e comunque. Ogni ristorante ha una zona patio dove i fumatori possono gustarsi un pasto senza rinunciare alle amate sigarette. Il risultato? Gente che è capace di dare un morso all’hamburger e una sbuffata di fumo.. contemporaneamente.

5. Crearsi una regolarità è difficile

Se siete quelli della cena alle 8, a letto alle 11 e sveglia alle 7 potrebbe essere difficile per voi ambientarvi a Istanbul.
Un po’ sarà complice il mio lavoro, un po’ l’economia che galoppa, un po’ la mentalità degli istanbulioti, che sembrano lavorare 24 ore su 24.

E’ normalissimo ricevere la telefonata di un cliente anche alle 11 di sera, oppure di dover stravolgere piani perché il lavoro chiama. Ripeto, non è forse il caso di tutti quelli che ci abitano, ma per godere degli enormi vantaggi economici che questa città offre dovrai essere flessibile, spesso sacrificando un po’ amicizie e famiglia.

No, non è la fine del mondo. Se lo fosse avrei levato le tende da un pezzo. Si tratta di cose di poco conto, soprattutto se paragonate a quanto questa città è riuscita a darmi, tanto sul piano lavorativo quanto su quello affettivo.
Ne vale la pena? Per me si. Tu pensaci un po’ prima di fare i bagagli.

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