Finalmente un messaggio di distensione che arriva dalle autorità UE destinato alla Turchia. Dopo le accuse di brogli e di dittatura a carico del presidente Recep Tayyip Erdogan, da Martin Schulz, il più importante dei socialisti tedeschi, arrivano messaggi di distensione, che invitano gli europei alla calma e soprattutto a trattare con Erdogan, padre padrone della Turchia sì, ma comunque, ancora una volta, vittorioso alle urne con percentuali molto nette.
Il successo di Erdogan è qualcosa con il quale dobbiamo fare i conti
Il messaggio di Martin Schulz è esattamente questo. Nonostante, innegabilmente, la democrazia turca sembri affrontare un periodo di stress piuttosto intenso, è necessario trattare con l’uomo che comunque ha raccolto quasi un voto su due.
Secondo Schulz non si tratterebbe dunque di una battuta d’arresto del processo democratico turco, ma piuttosto di un nuovo corso che l’Europa, se non proprio accompagnare, dovrebbe imparare a riconoscere con le proprie peculiarità, cercando di di indirizzare, quando possibile, il paese verso scelte più democratiche.
La verità è anche però che c’è stata una partecipazione altissima alle elezioni politiche, più alta di quanto i paesi europei possano anche sognare e questo è indice comunque di un desiderio di democrazia e di partecipazione politica fuori dal comune, che l’Europa, ripete Schulz, sicuramente non può ignorare.
L’opposizione accetta il risultato
Anche in Turchia le opposizioni sono finite per accettare il risultato delle urne, lampante al punto tale da non permettere alcun tipo di discussione, e ricominceranno il loro percorso di opposizione dura contro il governo Davutoglu non appena questi si sarà insediato.
Si apre per la Turchia una stagione politica che porterà sicuramente a degli stravolgimenti, anche se forse di rivoluzioni ne avrebbe più bisogno la stanca opposizione che il partito al governo.
Una maggioranza che però continuerà probabilmente a far sentire il presidente Recep Tayyip Erdogan padre/padrone del paese, capace di tutto per conservare il suo potere e per far camminare la Turchia sui binari che egli stesso ha tracciato.